Vorrei augurare buona festa dei lavoratori a chi lavora nell'educazione e in questi mesi si è trovato a lavorare in una dimensione sconosciuta: la distanza.
Siamo abituati ad accogliere, a creare intimità, a abbracciare, a fare del contatto una cura. Eppure ora siamo stati capaci di andare incontro, varcare soglie in punta di piedi, sorridere a uno schermo per raggiungere bambini e famiglie.
Abbiamo cantato, parlato, cercato di superare imbarazzi e emozioni. Ci siamo arrabbiate perché i bambini, che sono il nostro centro naturali, sono stati messi da parte per troppo tempo.
Ci siamo documentate, formate, confrontate per avere basi più solide per un domani, fatto di punti interrogativi. Ci siamo scoraggiate, ma vicendevolmente ci siamo date la mano per risollevarci.
Ci stiamo provando e scusateci se a volte sembriamo troppo distanti o troppo invadenti: numeri, misure e tecnologie sono un mondo nuovo per noi.
Ci siamo preoccupate di come stanno i bimbi, le famiglie, le colleghe e poi ci siamo preoccupate di noi, vulnerabili come tutti in questo momento.
Ci siamo mandate vocali interminabili in orari impensabili per sostenerci e sfogarci e stare nella distanza.
Sì, perché abbiamo imparato pian piano a rispettarla, a accettare silenzi, a dare un senso a relazioni diluite.
Quindi buona festa, lavoratrici instancabili! In questa distanza vi sento vicine.