Avere il pannolino significa avere un ingombro nei movimenti
a tempo pieno, significa avere sempre bisogno di un adulto che ti cambi quando
ti sporchi, significa sentirsi a disagio. Allo stesso tempo però è anche un vantaggio:
non occorre distogliersi dal gioco quando si sente lo stimolo della pipì,
essere cambiati prevede un contatto fisico con l’adulto che fa sentire
coccolato.
Per il bambino riuscire a raggiungere il controllo degli
sfinteri è una conquista di indipendenza inestimabile.
Non esiste un’età precisa arrivati alla quale scatta la
voglia di usare il water: a mio parere, è meglio iniziare a tentare quando il
bambino comincia a comunicare verbalmente i propri bisogni e quindi dai 18 mesi
circa in avanti.
K. Amant, Anna impara ad usare il water, Clavis editore |
Non esiste nemmeno una ricetta con la quale siamo sicuri di
liberarci per sempre dal pannolino: ogni bambino ha la sua storia e le sue
necessità. C’è chi passa direttamente al water dei grandi, c’è chi usa il
vasino, c’è chi ha bisogno di indossare il pannolino solo in alcuni momenti.
Vero è che la stagione calda aiuta: gli indumenti sono più
leggeri e facilmente lavabili e per i bimbi una doccia in più è solo un
sollievo dall’afa estiva.
La cosa a mio parere più importante è l’osservazione prima e
la determinazione poi. Riuscire a capire quando è il momento giusto per andare
alla conquista del bagno dei grandi è fondamentale: è consigliabile non farlo a
ridosso di altri cambiamenti (passaggio alla scuola infanzia, arrivo di un
fratellino, abbandono dell’oggetto transizionale). Questa valutazione implica
un grosso sforzo e una grossa obiettività da parte dell’adulto.
Quando poi si intraprende la nuova avventura, mantenere un
atteggiamento sereno è altrettanto necessario: colpevolizzare il bambino,
pretendere da lui che non si sporchi comporta una dose di frustrazione
eccessiva da sopportare. In caso di defaillance però tornare indietro per
comodità è altrettanto nocivo: i piccoli sono confusi da atteggiamenti
ambivalenti e non continuativi.
Il cambiamento dovrebbe cominciare a casa e poi all'asilo si prosegue rendendolo un'esperienza condivisibile con gli altri compagni. Propongo sempre di accompagnare questo rito con una
canzoncina (quella degli Angioletti che scesero dal cielo per fare la pipì
diverte sempre) e la lettura di un libro a tema.
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