lunedì 28 ottobre 2013

Vuoi far parte di Educhiamo?

Parlando con amiche- colleghe che lavorano in altre zone di Italia, mi accorgo sempre di più di quanto gli asili nido siano lontani tra di loro. Le linee guida regionali dovrebbero garantire una sorta di continuità educativa, ma è capitato anche a voi di notare come da comune a comune i servizi differiscono non solo sull'erogazione del servizio, ma anche sugli assetti teorici di riferimento, sui progetti di nido, sulle più spicce azioni educative quotidiane?
Con questo non voglio dire che ci vorrebbe una "ricetta" standard da applicare sull'intero territorio nazionale: le diversità che rispondono a specifiche esigenze territoriali sono una ricchezza. 

Il confronto tra educatori può aiutare l'asilo nido a non isolarsi e a diventare davvero una risorsa di rete. Raccontando percorsi educativi, riportando esperienze formative, condividendo quello che è importante per noi educatori  è un modo per creare una RETE di sostegno, di scambio, di crescita professionale.

Chiunque sia interessato a creare una collaborazione con il blog, mi contatti per e-mail
valeps@hotmail.it

Più siamo e più sarà facile costruire una "redazione" attiva e variegata sui temi che ci stanno più a cuore! :)

lunedì 21 ottobre 2013

Zucca... di Halloween e non solo!



Ormai la zucca è diventata un must di stagione, ma proviamo a pensarla al di là della sua veste "stregata" di Halloween e riusciremo a realizzare delle attività altrettanto divertenti con i nostri bambini. Certo, svuotarla, inciderla con una faccia spaventosa, illuminarla con una candela e al buio cantare tutti insieme la canzone delle streghe, ha il suo fascino.

Avete mai pensato a far svuotare la zucca ai bambini? La sua pancia è piena di materiali viscidi, filamentosi, di semini: un tripudio di sensorialità! In più, aprendola solo dall'alto, immergervi la mano per tirare fuori il contenuto, sarà una vera e propria sfida per i più coraggiosi.

Con la zucca si può anche dipingere e in tanti modi. La tecnica più veloce e di tagliarne dei pezzi da usare come "pennello-stancil", una volta immerso nella tempera. Se si vuole però preparare una crema con il minipimer, i bimbi potranno divertirsi a stendere con le mani il composto su fogli, più o meno grandi., e in questo caso, oltre al piacere di "lasciare una traccia", si sperimenterà anche con il tatto, l'olfatto e...perchè no?! il gusto.

La sua forma è poi semplice e ritagliando dei fogli che la ricordino, si possono riempire con pezzetti di carta arancioni o brandelli di stoffa dello stesso colore, utilizzando la tecnica del collage. Se la carta è resistente si può colorare anche con un composto di tempera e zucchero (o sale) per rendere il lavoro più "materico".

Consiglio poi di mettere da parte i semini: potranno diventare un materiale naturale da utilizzare per i travasi.





lunedì 14 ottobre 2013

Estivill...ma è davvero un metodo?

Ho letto il libro di Eduard Estivill dopo poco che uscì in Italia e gli scaffali delle librerie erano pieni di Fate la nanna (edizione Mandragora). Il mio proposito era quello di documentarmi sul momento della nanna al nido e comprai il libro per avere una comprensione più ampia dell'argomento. Sapevo che era rivolto ai genitori, ma pensai che sarebbe stato utile anche leggere qualcosa di meno accademico delle letture consigliate dal professore universitario.


In sostanza lo specialista di disturbi del sonno di Barcellona consigliava "buone pratiche" per riuscire a far addormentare il proprio figlio da solo. Dopo il consolidamento di una routine presonno (bagnetto, lettura di una storia...), il genitore doveva mettere il bimbo nel lettino, lasciando subito la stanza. Se il piccolo protestava, il babbo o la mamma dovevano rientrare dopo un certo periodo di tempo, sempre in maniera graduale e crescente (prima dopo 5 minuti, poi dopo 10, poi dopo 15...), e consolare con il contatto e con le parole, senza prenderlo in collo.

Ricordo che, una volta terminato Fate la nanna, le mie perplessità erano tante. Non avevo metri di paragone: la mia esperienza con i bambini si esauriva al baby sitting e al tirocinio formativo. Condividevo l'idea del rituale, ma le teorie di Estivill però mi sembravano troppo estreme... non riuscivo a capire come si riuscisse a lasciar piangere un bambino, il proprio bambino per un periodo di tempo sempre maggiore. Pensavo al carico emotivo che un bimbo così piccolo fosse costretto a sorreggere: si parla anche di bambini con pochi mesi di vita e mi pareva impossibile che una volta lasciato solo, riuscisse a rassegnarsi al pianto e ad addormentarsi tranquillamente.

Accantonai il libro e me ne dimenticai fino a che qualche anno dopo, una mamma al nido mi chiese consiglio su quella lettura. Le era stato presentato come un metodo illuminante: testato e assicurato. A quel punto mi documentai un po'in rete e le opinioni che sostengono il medico spagnolo sono centinaia: testimonianze di famiglie comuni che hanno sperimentato con successo le indicazioni del libro.

A distanza di anni, la mia esperienza con gli "addormentamenti" è aumentata e continuo a pensare che pedagogicamente (oltre che personalmente), lasciare un bambino da solo, al buio, mentre piange per periodi di tempo anche molto prolungati non ha alcun fondamento scientifico. Capisco che a volte si creano dinamiche legate al sonno molto contorte e faticose da sostenere. Trovare una routine, creare intimità, introdurre oggetti transizionali, cantare ninna nanne, dondolare e cullare (anche in collo, nei primi mesi di vita) tranquillizzano il bambino. E si impara ad addormentarsi quando si è sereni e a proprio agio, non perchè si è sfiniti dal pianto.

Su Youtube ho trovato questo video, che mostra il "metodo" messo in atto da una famiglia... io non son riuscita a guardarlo fino infondo senza commuovermi... come potrei sostenere Estivill?

http://www.youtube.com/watch?v=i6_t100Nj2Y