lunedì 4 maggio 2020

Mi manca....

Oggi mi son svegliata con un senso di mancanza estremo. Mi manca mettermi in un angolo e assistere alle magie che fanno i bambini.

Quando tubi di cartone e scatole di latta diventano fortini, percosi impervi, megafoni,... La realtà diventa ciò che volete.

Mi manca vedere la concentrazione che mettete nel travasare con precisione la farina da un contenitore più grosso a uno più piccolo. 

Mi mancano i vostri colori che varcano il foglio per sconfinare sul pavimento, sulle mani, sul mondo.

Mi manca la vostra silenziosa organizzazione : Giulio spegne la luce, Francesca consegna i cuscini, Jacopo è il primo a sdraiarsi e poi... Rilassiamo tutti insieme.

Finiva tutto con un grande abbraccio di gruppo e oggi ve lo mando da lontano, perché mi mancate, bambini! 

giovedì 30 aprile 2020

Primo maggio a distanza

Vorrei augurare buona festa dei lavoratori a chi lavora nell'educazione e in questi mesi si è trovato a lavorare in una dimensione sconosciuta: la distanza.

Siamo abituati ad accogliere, a creare intimità, a abbracciare, a fare del contatto una cura. Eppure ora siamo stati capaci di andare incontro, varcare soglie in punta di piedi, sorridere a uno schermo per raggiungere bambini e famiglie.

Abbiamo cantato, parlato, cercato di superare imbarazzi e emozioni. Ci siamo arrabbiate perché i bambini, che sono il nostro centro naturali, sono stati messi da parte per troppo tempo.

Ci siamo documentate, formate, confrontate per avere basi più solide per un domani, fatto di punti interrogativi. Ci siamo scoraggiate, ma vicendevolmente ci siamo date la mano per risollevarci. 

Ci stiamo provando e scusateci se a volte sembriamo troppo distanti o troppo invadenti: numeri, misure e tecnologie sono un mondo nuovo per noi.

Ci siamo preoccupate di come stanno i bimbi, le famiglie, le colleghe e poi ci siamo preoccupate di noi, vulnerabili come tutti in questo momento.

Ci siamo mandate vocali interminabili in orari impensabili per sostenerci e sfogarci e stare nella distanza. 

Sì, perché abbiamo imparato pian piano a rispettarla, a accettare silenzi, a  dare un senso a relazioni diluite.

Quindi buona festa, lavoratrici instancabili! In questa distanza vi sento vicine. 

mercoledì 29 aprile 2020

Ci siamo anche noi!

Avevo preso questo ritiro forzato in casa come uno stimolo creativo, guardando al bicchiere mezzo pieno come faccio sempre.

Eppure, ad un certo punto, mi sono bloccata.

Avevo deciso di non ascoltare numeri, percentuali e proiezioni su morti e malati: mi rendevano ancora più ansiosa.

Avevo deciso di fidarmi delle decisioni dello stato ma... Come non informarmi sul mondo dell'educazione, sul mio mondo?

Allora ho letto, cercando le fonti. Ascoltato, dando valore alle parole. Ma i bambini non c'erano mai. Non li trovavo. Non li vedevo.

Leggevo proposte accettabili, ma come al solito si sta imboccando la via più facile e io... mi sento bloccata in tutto questo. Invisibile come i bambini.

Eppure quanta passione e competenza è cresciuta in questi mesi! Continuiamo a parlarne, a indignarci e a rifiutare soluzioni di ripiego. Stiamoci vicini e proteggiamo i bambini, che per noi non sono invisibili. Rimangono sempre il nostro centro. 

martedì 17 marzo 2020

La cura dello spazio tra nido e casa

Tenere spazi di vita ordinati e curati non è un vezzo, ma significa prendersi cura di chi quelli spazi li vive.

Questo conta soprattutto per i bambini, che se trovano un ambiente sicuro e accattivante, saranno incentivati alla scoperta in maniera sere

autonoma e tranquilla. 

I compiti dell'adulto sono quelli di vedere gli spazi in una prospettiva sicura, di modificarli in base all'età e all'interesse dei bambini, di creare angoli di gioco adeguati, di riordinare e pulire insieme.

Nelle sezioni e negli ambienti comuni dei nidi, la cura per arredi e proposte di gioco è una parte fondamentale del lavoro educativo. Come si può riportare a casa per offrire al proprio bimbo uno spazio a misura di bambino? 

 La cestina degli strumenti musicali.
Offrire anche libri che riguardino quel tipo di attività può essere uno spunto. 

lunedì 16 marzo 2020

Essere educatori al tempo del coronavirus

Ieri leggevo proprio delle riflessioni in seguito al quesito sulla valenza del l'educatore in questo periodo di crisi.

Cosa possiamo fare? Come possiamo aiutare?

Ormai i social sono strapieni di video in cui gli educatori cantano, raccontano le attività, leggono libri, spiegano cosa succede attraverso immagini... Gli insegnanti fanno video lezioni.

La didattica a distanza. 

Secondo me, l'emergenza di oggi è soprattutto affettiva. Ci si è sentiti strappati via. Obbligati a stare lontani.

Che diciamocelo, chiaramente: per gente come noi, che ha scelto di lavorare con le relazioni, è ancor più faticoso e doloroso.

Una cosa è sicura: sentirci vicini tra noi ci aiuterà ad affrontare quello che sarà il rientro. Accorciamo le distanze facendo rete. Condividiamo emozioni ed esperienze per poter accogliere e sostenere le famiglie, messe alla prova da un momento carico di tensione e paura. 

Educhiamoci. 

domenica 15 marzo 2020

Come spiegare ai bambini cosa sta succedendo

Vi anticipo: una risposta univoca non esiste. Ogni bimbo ha una sua sensibilità, ha una sua modalità di comprensione.

Che sia il periodo di quarantena che stiamo affrontando, che sia spiegare la morte di una persona cara, che sia parlare con i bambini di cose che fanno male anche a noi, la sincerità è fondamentale, come lo è dire cosa proviamo.

Nei social ho visto canzoncine ecartoni animati a tema: scegliete voi. Io a mio figlio di due anni ho detto che è proibito uscire perché c'è una malattia pericolosa e se la prendiamo dobbiamo andare in ospedale.

Ho scelto parole semplice e familiari. Non sono scesa in troppe spiegazioni, che lo avrebbero confuso. Gli ho confessato che mi annoio e mi innervosisco anche io.

Dare un nome ai nostri sentimenti è importante per loro: iniziano a riconoscerli, non si vergogneranno di quello che provano, si sentiranno accolti. Non è sbagliato essere tristi o arrabbiati.

Certo, non carichiamoli di ansie!

Teseo voleva uscire e quando gli ho detto di no, inscenando una tragedia che Mario Merola è un dilettante I'm confronto. Mi sono seduta accanto a lui per terra: era sdraiato e batteva i piedi.

Gli ho detto che Aveva ragione. Anche io mi sarei messa a piangere ma siamo obbligati a stare in casa. Guardiamo il lato positivo: passeremo tanto tempo insieme.

Lui allora ha smesso e mi ha abbracciata forte. 

Ci sono anche le volte in cui perdo la pazienza e urlo come un'aquila dalla disperazione : siamo umani, lo stiamo imparando. 

venerdì 13 marzo 2020

Genitori ai tempi del corona virus

Care mamme e babbi,

Ieri ho pubblicato sul mio profilo personale di Facebook un album con qualche idea per fare esperienze insieme al proprio bambino: si sa... A casa la giornata è lunga, siamo annoiati anche noi adulti e l'esaurimento nervoso aleggia nell'aria per ricordarci la sua costate presenza.

Fino ad oggi mi ero riproposta di non fare consigli. Fateli annoiare, state insieme godetevela. Poi i giorni sono passati, qualcuno mi ha chiesto espressamente aiuto e ho capito.

Ho capito che a volte stare insieme e basta non è immediato. Ci sono le preoccupazioni: per la situazione di oggi, per il futuro, per il lavoro, per i nostri bimbi. Ci facciamo forza, dobbiamo sorridere e fare arcobaleni.

Penso anche che dovremmo darci la possibilità di essere umani. A noi e a loro. 

Non sono nessuno. Sono un disastro. Piango. Urlo. Me la rifaccio con me stessa, con un figlio che non ha mai sonno, con mio marito colpevole di passare da lì in quel momento.

Però vi (e mi) chiedo di mettere da parte il cosa e di concentrarvi sul come. Ogni bimbo ha il suo mondo e le sue preferenze.

Gli proponete qualcosa da fare e dopo 5minuti vuol fare altro? Forse solo baby Michelangelo sarebbe stato a dipingere una mattinata o magari non gli piace o non ha voglia. Capita anche a me. 

Quante volte gli proponiamo di leggere? Se lo abitiamo tutti i giorni, i tempi di concentrazione aumenteranno.

Come gli proponiamo una cosa nuova? L'effetto magia coinvolge loro e noi...

Noi che mentre il bimbo fa, stiamo al cellulare o guardiamo la tv? Ecco, rispettiamoli: diamo noi per prima concentrazione e attenzione. Non pretendiamo, senza essere esempio.

È dura, genitori, ma sfoghiamoci tra noi, abbracciamoci a distanza e se avete bisogno... Qualche videochiamate buffa ce la possiamo concedere. Io ci sono. 

mercoledì 4 marzo 2020

La paura degli adulti

Ormai lo sappiamo tutti: la paura è un sentimento sano, ci fa misurare con il nostro più profondo, serve a avvertirci dei pericoli e a salvarci da situazioni spiacevoli, a definire i nostri limiti e superarli.

Lo sappiamo... Aiutiamo i bambini al nido con filastrocche scacciapaure, giochi al buio, libri sull'argomento ma... A noi grandi chi ci pensa?

Eppure spesso le nostre paure condizionano anche la vita dei più piccoli e questo momento storico ne è di esempio. 

È sano anche per noi avere paura, non siamo supereroi che non si lasciano scalfire da niente ma... Parliamone, razionalizziamo, confrontiamoci.

Non abbiate paura di avere paura! (non ho resistito, scusate!)

Ammettere di avere paura significa riconoscere di avere delle debolezze e questo serve ai nostri bambini per vederci come persone normali e agli altri per capirci un po' di più. E poi è necessario per noi. 

Una volta definito il nostro timore, possiamo giudicare se è irrazionale o no e avere un comportamento conseguente. Solo così la paura fa crescere... Anche noi che siamo sempre un po' bambini. 

domenica 1 marzo 2020

Santa Noia


E quando mi annoio penso. 

È una dichiarazione potente: quando non so che fare, quando vengo assalito dalla noia, inizio a usare il pensiero per fantasticare, immaginare, progettare, riflettere.

È la chiave del vuoto. In un mondo che riempie di impegni, notizie, informazioni, incontri 24 ore su 24, riflettere sulle potenzialità degli spazi liberi è necessario ed educativo.

Non fare niente è un lusso creativo. Non si può fare con imposizioni o troppe offerte. Assicuriamo ai nostri bambini. 

martedì 18 febbraio 2020

La coerenza educativa per crescere insieme

L'agire dell'adulto passa silenzioso. Il bambino osserva, come noi osserviamo lui.

Però gli effetti delle nostre azioni gli rimangono dentro, nella pelle e nel cuore, negli occhi e nella testa, nelle emozioni e nell'affetto. 

Se però un adulto dovrebbe avere degli strumenti che lo aiutano a interpretare le cause e le conseguenze dei comportamenti degli altri, i bimbi li stanno scoprendo: è compito degli educatori star loro vicini nella scoperta di questi alfabeti emotivi. 

Ecco perché è tanto importante creare condivisione e comunità negli intenti pedagogici. 

La ricchezza della diversità è una risorsa per tutti, ma se si agisce in maniera contraddittoria si rischia di creare un ambiente disturbante per i bambini, che non riescono a trovare punti fermi e contenitori emotivi. 

Non è banale fermarsi a ridefinire gli obiettivi comuni, non è banale chiedersi se l'influenza di paure e esperienze personali ci sta limitando, non è banale pensare alla teoria ma calarla nella NOSTRA realtà perché la risposta più giusta sta sempre negli occhi dei bimbi che ci stanno di fronte. 

Solo così possiamo crescere come professionisti, come gruppo di lavoro e... come esseri umani. 

martedì 7 gennaio 2020

Nel 2020 vorrei...

Nel 2020 vorrei...

Scrivere di più, perché ne ho bisogno per ripensare e ripensarmi...
Stare nel momento, tenendo meno in mano il cellulare e godermi quello che sta succedendo intorno a me...
Stringere nuove mani e abbracciare di più... 
Prendermi cura di quello che faccio, di chi amo, del posto in cui vivo...
Fare più girotondi...
Leggere a alta voce fino a che... 
Guardare fuori dalla finestra e vedere davvero...
Cadere e poi rialzarmi senza versare una lacrima... 
Giocare insieme a chi mi ha tirato una spinta... 

Vorrei continuare a imparare da voi, bambini.