lunedì 24 novembre 2014

"Perchè vai a casa e non rimani qui?" Riflessione di un'educatrice sul suo lavoro e sul punto di vista dei bambini

Vi è mai capitato di uscire dalla sezione prima del termine della giornata del nido e dover rispondere alla fatidica, quanto difficile, domanda "perché vai a casa e non rimani qui?". A me, ogni volta, lascia basita.  Ogni volta. E ogni volta mi trovo in difficoltà a rispondere. O, almeno, a trovare una risposta che soddisfi la curiosità, tra l'altro legittima, dei bambini. E che non urti la loro sensibilità.

La questione è semplice: perché andiamo a casa prima dei bambini? Perché andiamo SEMPLICEMENTE a casa (e non al lavoro)? Nel tempo i bambini hanno appreso che l'adulto si separa da loro perché deve andare a lavorare. Perché lavorare è necessario. 

Ma noi? Noi educatrici, perché andiamo semplicemente a casa? Perché non rimaniamo con loro per tutto il tempo del nido? Una bambina una volta mi ha detto: "va bene, vai a dormire a casa e poi torni!".

Credo che sia difficile, per dei bambini così piccoli, pensare che veniamo pagati per stare con loro, per giocare e partecipare alla loro educazione.  Sarebbe interessante chiedere ai bambini che lavoro facciamo. Ne uscirebbero delle risposte stupefacenti.


Sinceramente, se mi concentro e cerco di guardare all'asilo con gli occhi di un bambino, anche io mi sentirei in difficoltà a capire che gli adulti che sono lì con me sono pagati per farlo. Questo, forse, è un retaggio della cultura del lavoro visto come impiego obbligatorio e scarsamente piacevole. Il genitore che dice al bambino "Vorrei rimanere qui con te ma devo andare al lavoro" forse manda un messaggio carico di tensione negativa. 
Immagine tratta da Come funziona una maestra, Mattiangeli S., Il Castoro
Fonte://www.chiaracarrer.com/
L'educatrice che spiega che il babbo o la mamma sono andati al lavoro perché è così che funziona, forse sbaglia perché snatura la vera essenza del lavoro, quella di nobilitare l'uomo!

Penso che forse sia necessario un capovolgimento del nostro punto di vista, del modo di vedere il lavoro di noi adulti. Dovremmo prestare attenzione a trasmettere entusiasmo per il nostro lavoro, per come impieghiamo il nostro tempo e per il contributo che diamo alla comunità. 

E forse, così facendo, anche noi potremmo spiegare con più cognizione, che il nostro lavoro è bellissimo, divertente e gratificante perché siamo pagate per occuparci di loro. E crescere con loro!


di Vittoria Bravi

venerdì 21 novembre 2014

Bambini e animali

Quando si parla di bambini e animali, la questione è sempre quella: possono portare delle malattie? Infondo un  cane che annusa per le strade o un gatto che torna a casa solo la sera sono a contatto con quello che si considera sporco ed infetto.

Mi immagino sempre una vecchia pubblicità del Napisan: pavimenti bianchi candidi e questo bambinetto che gattona in piena libertà perchè tutto è stato sanificato a dovere. Non fraintendetemi, l'igiene è fondamentale, soprattutto dove si sta in comunità, come nei nidi, a meno che non diventi patologica.

Negli anni passati, in accordo con le mie colleghe, abbiamo portato dei piccoli animaletti all'interno del nido. Questo perchè pensavamo fosse importante non accontentarsi solo delle immagini dei libri, sui quali si basava la nostra programmazione.

Amiche maestre si lamentano perchè i bimbi arrivano alle elementari, senza aver mai visto davvero una gallina. In effetti le opportunità non sono tante, a meno che non si abiti in campagna o si facciano gite allo zoo o alle fattorie didattiche. (Tra l'altro negli zoo di oggi, oltre agli animali esotici, ci sono sempre più animali comuni e non è un trend casuale).

Foto dwww.promiseland.it
Gli animali non sono dei giocattolini, hanno delle reazioni, devono essere trattati con cura e anche un bambino al di sotto dei 3 anni, capisce come deve rapportarsi con loro. Al contrario, gli animali domestici spesso prendono in carico il nuovo arrivato, mettendo in atto comportamenti protettivi nei confronti del cucciolo d'uomo.

Gli animali non chiedono niente e come i bambini, comunicano attraverso il corpo. Ho notato che quando un piccolo coniglietto è entrato nella stanza del nido anche i bambini più timidi, che faticavano a parlare, si sono pian piano avvicinati e hanno dimostrato un entusiasmo nuovo, che non avevo mai visto in loro di fronte ad altre attività.

Con gli animali si utilizza una metacomunicazione che va oltre la parola e si socializza con loro attraverso il contatto fisico. E'stato davvero incredibile osservare le varie modalità di avvicinamento a una grossa tartarugona da terra: la maggior parte dei bimbi non ne aveva mai vista una. 

Si gioca con gli animali attraverso un gioco di sguardi, una carezza, un nascondino, un lancio e ripresa. Nessuno dei bimbi è mai stato impaurito o se si è messo a piangere. Alcuni sembravano solo intimoriti da un contatto, come se avessero paura di far loro del male.

Una mattina invece è venuta a trovarci una lumachina, dopo una giornata di pioggia. Le abbiamo fatto una casina in una scatola di cartone, abbiamo chiesto alla cuoca una foglia di insalata e per una mezz'ora buona i bimbi si sono raccolti attorno, in religioso silenzio, ad osservarne gli spostamenti.

giovedì 13 novembre 2014

La scienza in libreria: ce la racconta Marta

Avevamo già conosciuto Marta Vitale Brovarone, che ci aveva raccontato la sua passione per i giardini e i laboratori a tema che organizzava: insieme ai bambini, esplorava boschi e progettava spazi verdi. Adesso invece si è buttata in una nuova avventura: porterà la scienza in libreria.

In che modo? Attraverso un altro laboratorio, ovviamente, dal nome Facciamo che eravamo scienziati...?!!
Foto di M. Vitale Brovarone
Già dal titolo si capisce l'importanza del far finta di: i bimbi infatti indosseranno i panni di inventori, naturalisti, archeologi. Ad ogni appuntamento, un tema diverso.
Ma a chi è rivolto il laboratorio e quando si tiene?

L'età prevista è dai 4 ai 10 anni e l'evento si tiene un giovedì sì ed uno no alla Libreria La Tana di Chiaralice di Almese (Torino), fino all'11 dicembre.

Cosa ci dice Marta del percorso che ha progettato?

“Sono felice di partire con “Facciamo che...” qui in Val di Susa. Avevo voglia di dedicare attenzione alla scienza in tutte le sue forme: così è nato Facciamo che: inviterò i bambini a calarsi con me nei panni dell'inventore, dell'archeologo, dell'esploratore attraverso un percorso ludico basato – come tutti i miei laboratori- sulla pedagogia attiva. La libreria La Tana è un luogo magico, in cui i bambini ancora possono sperimentare con le proprie mani e utilizzare la propria fantasia. Un luogo perfetto per i miei laboratori, tutti dedicati alla scoperta condivisa, all'emozione e al valore educativo della scienza”. 

Per prenotarvi o avere maggiori informazioni, mandate una mail a latanadichiaralice@yahoo.it. 
Dimenticavo!!! Per i vostri bimbi anche una bella merenda.
Foto di M. Vitale Brovarone

giovedì 6 novembre 2014

Manipolare per conoscere

La manipolazione è una delle attività più svolte all'asilo nido, poichè permette in maniera semplice di far divertire il bambino, facendo nuove esperienze. Si utilizzano infatti materiali diversi e disparati, andando oltre le tipiche paste da modellare, stimolando dunque una sensorialità nuova.

Si possono utilizzare prodotti naturali o paste vere e proprie realizzate con facili ricette. La creta è poco utilizzata, ma in realtà si conserva bene ed è economica, ha poi il pregio di cambiare consistenza a seconda di quanta acqua viene aggiunta. Analogamente, anche la sabbia e la terra si prestano bene ad essere manipolate, sia come polveri sia come impasti più densi.

Altrimenti, si possono proporre farine bianche, farine gialle, caffè o cacao. Si passa poi alla pastone di acqua e farina, con eventuale aggiunta di sale e in un secondo momento di elementi secondari, come farine o legumi secchi.

Già dai 5 mesi i bambini amano afferrare con le mani e questa attività si indirizza a un target di età molto vasta. L'importante è organizzare un piccolo gruppo e lasciare liberi i bimbi di sperimentare in libertà.
www.asiloilcoccodrillo.it
Toccano, pizzicano, strappano, uniscono, picchiettano...si fa con le mani quello che la creatività e l'emozione suggerisce. Per questo è bene, proporre oggetti che i bimbi già conoscono per stimolare la fantasia a agire come se fossero altro.

Si possono utilizzare anche utensili per agire sulla pasta, come formine e mattarelli, ma per la mia esperienza, è sempre bene farlo in un secondo momento: non c'è utensile migliore delle mani.

La manipolazione non richiede una capacità di attenzione elevatissima e per questo si presta bene ad essere proposta anche nei periodi di ambientamento: fare la pizza incuriosisce anche i più scettici.