lunedì 31 marzo 2014

Attività naturali in giardino

Con queste belle giornate di primavera, non si può che uscire in giardino. Andarci è sano perchè innanzitutto permette di uscire dalle mura del nido, di respirare aria fresca e di muoversi. Il potere del movimento per canalizzare energia e rilassare è innegabile e nel post sulla Motricità in giardino potrete trovare qualche spunto per creare situazioni di gioco mettendo a disposizioni dei bimbi oggetti e materiali semplici.

Adesso però vi invito a guardare i giardini dei vostri nidi, a guardarli davvero. Cosa vedete? Ci sono l'erba che sfiora le gambe, i fiori che spuntano nel verde, gli alberi con le loro foglie di forme diverse e se osservate ancora meglio, vedrete sassi nascosti e formiche intente a correre sui tronchi. Ci si prende del tempo e si scopre che esiste un mondo, all'interno di quello che siamo abituati a frequentare.


Abituare i bambini a meravigliarsi, accompagnarli nel loro processo di scoperta, notare insieme a loro quei
dettagli che fanno la differenza: un bocciolo che qualche giorno dopo diventa un fiore, una foglia che cambia colore con il passare delle stagioni. Le esperienze percettive e sensoriali offerte dal giardino non possono essere lasciate al caso: la luce che illumina le diverse tonalità del prato, stendersi tra i fiori che solleticano il viso e profumano, il canto degli uccelli.

E'proprio qui, inoltre, che si fa esperienza con la natura, si impara a rispettare gli insetti e le piante: non si schiacciano gli animaletti come non si strappano rami e foglie. Si possono raccogliere quelle appena cadute e magari conservarle. Si può riservare un angolo apposito, come l'Angolo del bello (proposto anche a Penny Ritscher), nel quale esporre le meraviglie trovate in giardino.

Si possono anche selezionare pigne, sassi, rametti e foglie secche per il gioco euristico oppure da integrare con la manipolazione: si schiaccia e si plasma la pasta di sale (o il didò o la creta) e poi ci si aggiungono degli elementi naturali per costruire composizioni o paesaggi. Si può pensare anche di creare cartelloni o pannelli naturali o addirittura dei grandi libroni (ricordate gli album per le raccolte di fiori e foglie consigliati nei Manuali delle Giovani Marmotte di Qui, Quo e Qua?), attaccando quello che riesce ad accumulare.

Anche le fotografie possono essere un bel supporto per creare degli album di immagini a tema, che magari mostrino il passare delle stagioni. Per questo sarebbe bello poter uscire in tutti i mesi dell'anno, magari anche con la pioggia, armati di impermeabili e stivalini.

La paura di far ammalare i bambini e di sporcare gli interni (le scarpe possono essere cambiate o pulite con una spazzola prima di rientrare: i bimbi riescono a farlo da soli e si divertono un sacco) fanno sì che spesso si rinunci ad uscire d'inverno, ma se ben attrezzati, stare all'aria fresca non può che fortificare. Pensate a quei poveretti costretti ad indossare cappelli di lana con 20°: ecco quali saranno i prossimi malati!

giovedì 27 marzo 2014

Educhiamo con i libri: Sbrigati ma lentamente

L’albo illustrato che voglio presentarvi è “Sbrigati, ma lentamente” di Layn Marlow.
La prima volta che ho visto questo albo sono rimasta colpita dalle sue illustrazioni delicate e dal titolo che rispecchia in pieno la mia “filosofia ” che si appoggia alla Pedagogia della lumaca del Maestro Gianfranco Zavalloni.

Il testo vede come protagonisti una tartaruga simbolo per antonomasia di lentezza e una lepre rappresentativa della velocità. La tartaruga è lenta, ama alzarsi tardi, è prudente, riflette molto ecc... La lepre invece è come un piccolo tornado e cerca di mettere fretta alla tartaruga in ogni cosa che fa.

Alla fine della giornata, la tartaruga ama molto sorseggiare una tazza di camomilla in pace, ma la lepre vuole che le  legga una storia…ed è qui che avviene una magia….


Per raggiungere gli obiettivi ognuno ha bisogno dei propri tempi.
Così anche i nostri bambini al nido e i nostri figli hanno bisogno di tempo, non tutti sono lepri dinamiche e intraprendenti, tra i loro faccini e sorrisi si nascondo anche delle tartarughe più meditative e riflessive.

Ognuno ha ritmi e qualità diverse che devono essere sempre e in qualunque momento rispettate e accolte.

Età consigliata: dai 3 anni, per non banalizzare il contenuto.

Testo e foto di Martina Salmaso

mercoledì 26 marzo 2014

Bibliografia testi pedagogici e educativi per educatrici di asilo nido e non solo...

Con le mani, con il corpo, con la mente- Cronache del fare dei servizi 0-3 anni di Modena, ed. Junior:
Raccoglie tutte le attività principali da svolgere al nido, suddivise per aree tematiche e descritte come contesti d'esperienza nello specifico. Con foto e esperienze dirette, potrete trarre spunto per programmazioni educative all’insegna del fare e dell’autonomia.

Linee guida per i servizi educativi alla prima infanzia. Ambientamento, Comune di Firenze, ed. Junior
Come si svolgono gli ambientamenti, quali sono i carichi emotivi che gli adulti si devono prendere in carico, quali sono i tempi da rispettare e come costruire una relazione di fiducia. Da leggere, anche per i genitori.

Manuale di didattica per l’asilo nido, Borghi, Guerra, Laterza
Un must: qui dentro ci è proprio spiegato tutto. Come si fa una programmazione educativa e il progetto di nido, in primis. Con schede pratiche. Utilissimo.

Le professionalità educative, Cambi, Catarsi…, Carocci
Un libricino che mi è servito tanto soprattutto sulla riflessione sulle competenze dell'educatore e su come instaurare una relazione empatica. Imparare ad ascoltare non è poi così semplice, ma nel capitolo dedicato al tema è spiegata in maniera agile qualche tecnica ad hoc.

Educare al nido, Catarsi E.
Consigliato da Elisa Ricci. L'ambiente del nido, le routine, il lavoro di cura, dal punto di vista del grande pedagogista

Pedagogia della famiglia, Catarsi E.
Consigliato da Elisa Ricci. Quante cose possono fare le educatrici per sostenere le famiglie bel loro compito educativo...

Il laboratorio delle attività sensoriali, Cooke J, Erickson
Le attività vengono suddivise secondo i cinque sensi. Non sono mirate per i bimbi del nido, ma facilmente riadattabili al target d'età. Particolarmente utile per chi ha a che fare con la diversabilità.

Con i materiali poveri e di recupero, De Simone, ed. Junior
Un testo agile con tanti disegni, per avere idee su come riutilizzare scarti e materiali, sia con i bambini sia per i bambini.

I cento linguaggi dei bambini. L'approccio di Reggio Emilia all'educazione dell'infanzia, Edwards, Gandini, Forman, ed. Junior
Consigliato da Martina Salmaso, racconta le metodologie dell'asilo nido più famoso di Italia nel mondo: quello di Reggio Emilia. Ci sono diverse "storie fotografiche" e interviste a Loris Malaguzzi.

Crescere al nido, A.L. Galardini (a cura di), Carocci
Un bel saggio a tante mani e con tanti punti di vista sull'organizzazione delle routine e sulle programmazioni educative. Mi piace soprattutto come consiglia di organizzare gli spazi, anche in base a sonno, nanna e pranzo.

Persone da 0 a 3 anni, E. Goldschmied, ed. Junior
In questo libro i bambini sono trattati veramente come persone e non come piccoli cuccioli da intrattenere. I capitoli sul gioco euristico e sul cestino dei tesori sono da imparare a memoria ;)

Il bambino è competente, J. Juul, Feltrinelli
Adatto anche per una fascia d’età superiore, ma aiuta a non dimenticare un concetto fondamentale: il bambino ha delle competenze proprie. Non si trasmettono solo nozioni e insegnamenti, ma si individuano quelle capacità che lui ha e si cerca di potenziarle.


Il diritto del bambino al rispetto, Korczak Janus, Luni
Korczak è un pedagogista a cui ho dedicato anche un post in Educhiamo! E'un dottore che si occupa di bambini senza famiglia, durante la Seconda Guerra Mondiale nel Ghetto ebraico. Le sue idee (non quelle di cura e di igiene che sono figlie del suo tempo) sull'infanzia sono modernissime e dei suoi "comandamenti" bisogna farne tesoro.

Benessere al nido. Guida didattica per le strutture della prima infanzia, Loschi T., Nicola Milano ed.
Consigliato da Silvia Carnassale, che scrive "è più che altro una guida pratica che uso per farmi un'idea"


Lettera a una professoressa, Don L. Milani, Libreria editrice fiorentina
Non è rivolto a chi lavora con bimbi molto piccoli, ma è uno dei libri sul fare educazione che più hanno rafforzato le mie motivazioni nello svolgere questa professione. Un testo da leggere!

La scoperta del bambino, Montessori M., Garzanti
Consigliato da Martina Salmaso, getta le basi delle teorie montessoriane, utili per comprendere meglio il bambino. Il testo segue lo sviluppo psicologico del bambino, fino all'età della scuola elementare. Si focalizza l'attenzione sull'importanza della percezione.

Lo scarabocchio al nido, Monti, Fava, Luppi, ed. Junior
Nel breve testo viene descritto un progetto attuato nei nidi di Modena che prevedeva l'analisi di scarabocchi di bimbi al di sotto dei 3 anni. Con esempi, si spiega come si evolve il segno grafico e come possa essere espressione di un certo carattere.

Giocare con tatto. Per una educazione plurisensoriale secondo il Metodo Bruno Munari, Restelli B. Franco Angeli
Consigliato da Martina Salmaso, che scrive "Beba Restelli era collaboratrice del maestro Bruno Munari: spunti, idee, laboratori e provocazioni. Di facile lettura, con molte foto ed esempi".

Cosa faremo da piccoli?, P.Ritscher, ed. Junior
Penny Ritscher elenca i momenti importanti della vita al nido, dà buoni consigli per arricchirli e stimolare la riflessione per una buona organizzazione di spazi e routine e correla il suo racconto con un vasto repertorio fotografico. Il presupposto è fondamentale: si cresce diventando bambini.

I bambini hanno bisogno di fiducia, Seldin T., Fabbri
Consigliato da Martina Salmaso, che scrive "riguarda l'attuabilità del metodo Montessori con foto e esempi. Lo trovo molto ben fatto e di facile lettura, personalmente ho ricavato parecchi spunti".

Intercultura e cura educativa nel nido e nella scuola dell'Infanzia, C.Silva, ed. Junior
Consigliato da Elisa Ricci, un testo che considera la diversità cultura come risorsa e ricchezza e l'approccio migliore dell'educatore di nido e di scuola dell'infanzia.

La pedagogia della lumaca, Zavalloni G., EMI
Un grande libro, anche e soprattutto per i gradi più alti della scuola. Non dimentichiamo mai il valore del prendersi i propri tempi. Quante volte incitiamo i bimbi a mangiare più in fretta, a correre, a smettere di fare una cosa perchè "è ora di..."? Ecco Zavalloni ci spiega come riuscire a riappropriarci di una sana lentezza.


La bibliografia è sempre in via di miglioramento attraverso i vostri contributi: lasciate suggerimenti su libri e letture a tema, indicando il titolo e una breve descrizione. Potete lasciare un commento, scrivere su Facebook o inviare una mail. Il vostro consiglio verrà inserito all'interno della bibliografia per renderla ancora più completa.

martedì 25 marzo 2014

Attività e spazi al nido: il gruppo dei piccoli

All'interno del nido d'infanzia lo spazio dei piccoli, bambini dai 3 mesi ai 12 mesi, è possiamo dire un piccolo nido all'interno di un nido più ampio. Affermo ciò in quanto i bambini piccoli hanno bisogno di ritmi e di un tempo molto diversificato tra di loro e rispetto ai bambini medi e grandi; proprio per questo all'interno dello spazio piccoli spesso si trova anche il bagno per la cura dei piccoli e la stanza del riposo mattitutino. Molto spesso l'angolo dedicato al momento del pranzo si ricava dalla stanza principale del gioco. 

L'ambiente è perciò molto più tranquillo, sereno, senza movimenti e rumori forti, quindi uno spazio che dia ampio spazio alla relazione. Tutto ciò poichè nel bambino piccolo il corpo è il veicolo primario della conoscenza e i sensi sono il codice di comunicazione privilegiato. Il bambino piccolo comunica, entra in relazione con gli adulti che si prendono cura di lui e con l'ambiente e lo spazio attraverso il suo corpo e le sue relazioni/sensazioni tonico-emozionali. 


Inoltre, l'ambiente e lo spazio dei piccoli deve tener conto anche di un altro grandissimo elemento che rappresenta questa fascia di mesi: la conquista della propria consapevolezza, della proprio corpo, della propria autonomia. Quindi, tenendo presente tutte queste importanti caratteristiche che contraddistinguono il bambino piccolo lo spazio sarà così organizzato: 
  • la stanza sarà completamente o quasi ricoperto da un tappetone che permette al bambino la stabilità e l'equilibrio. Quindi un tappeto fermo, quasi rigido, che accompagna i primi passi del bambino senza disequilibri. Un tappeto che permette al bambino la libera e spontanea scoperta dello spazio e dell'ambiente gioco. 
  • ci sarà un angolo morbido, con tappetone, tanti cuscini ed uno specchio (un angolo che accoglie, che rassicura, un angolo dedicato alla coccola ma anche un angolo dedicato alla conoscenza di sè, della propria immagine riflessa, del proprio corpo); 
  • ci sarà un angolo senso-percettivo, un angolo caratterizzato dalla proposta di giochi che favoriscano la scoperta spontanea del mondo attraverso i cinque sensi: quindi, troveremo un cestino dei tesori, un cesto che raccoglie diversi oggetti di materiale naturale (legno, metallo, juta, stoffa, ...) di varie dimensioni, di vario peso e di varia consistenza e che permette al bambino di essere scelto spontaneamente ed essere conosciuto e sperimentato attraverso la manipolazione e la suzione; troveremo dei pannelli sensoriali, troveremo delle piccole baccinelle di plastica con pon pon, troveremo la scatola delle stoffe, troveremo le bottiglie sonore
  • E poi un angolo che permette al bambino di poter sperimentare i primi passi, con una barra al muro, un mobile primi passi, ed una tana del cucù (dove poter sperimentare il gioco del c'è e non c'è, del scomparire/riapparire). E' comunque uno spazio molto flessibile in quanto cresce e si evolve in base alle necessità e ai bisogni dei bambini piccoli che crescono. Ad esempio nel corso dell'anno educativo, si potrà inserire negli angoli gioco pentolini in metallo, libri di letteratura dell'infanzia adatti alla fascia d'età, camioncini, animali della fattoria, cubi e scalette per il movimento.


Post e foto di Lucia Vichi

lunedì 10 marzo 2014

Il gioco euristico

Il gioco aiuta la crescita e lo sviluppo, rappresenta il modo migliore per crescere ed acquisire conoscenze. Attraverso il gioco il bambino esplora e conosce l’ambiente,gli oggetti e le persone che lo circondano, costruisce il proprio io e impara a relazionarsi con gli altri.

Il gioco euristico fu ideato da Elinor Goldschmied per incoraggiare la creatività e stimolare il tatto attraverso l’uso di materiali diversi. Il concetto che sta alla base è semplice: affinché il bambino giochi di sua iniziativa è necessario che l’ambiente gli metta a disposizione materiali diversi dai giocattoli confezionati, vanno molto meglio i materiali che fanno venir voglia al bambino di fare.

Ed è proprio la selezione degli oggetti che ha una rilevanza fondamentale nel gioco euristico,è importante scegliere oggetti e materiali che forniscano opportunità di percezioni variate e gradevoli e si prestino all’esplorazione e alla combinazione. Si tratta di mettere a disposizione oggetti che possono facilmente entrare gli uni negli altri come bigodini, catenelle, barattoli, scatolette, tubetti per consentire la scoperta del dentro e del fuori e di tutte possibili combinazioni.

E’ un gioco di osservazione ma anche di invenzione nel quale l’adulto resta seduto, silenzioso ma incoraggiante, si astiene dal mostrare l’uso, non incoraggia, non commenta. Interviene solo alla fine quando gli oggetti tornano nei loro contenitori suddivisi per tipo.

Foto di Lucia Vichi


I materiali che è possibile utilizzare sono  molti:
  • Materiali presenti in natura: pigne, limoni, semi e frutti essiccati di grande dimensione, tipo castagne e noci, conchiglie, sassi di varie dimensioni, forme e colori.
  • Materiali in legno: mestoli, spatole, contenitori di diverse dimensioni, anelli per tende, mollette per il bucato.
  • Oggetti di materiali diversissimi tra loro: bigodini, bambole di stoffa, palline da tennis, borsette di pelle con cerniere, fino a sacchetti in tessuto contenenti erbe profumate.
  • Materiali metallici: pezzi di carta stagnola appallottolata, contenitori di latte, colini del tè, mazzi di chiavi.
  • Materiali di cartone: il rotolo della carta assorbente, un piccolo quaderno, scatoline varie


Per fare in modo che il gioco si sviluppi in maniera tranquilla e che dia modo davvero di esplorare e di creare sono necessarie,secondo me, alcune accortezze. 
  • Un gruppo ristretto di bambini 6 o 7 al massimo
  • Una stanza vuota o comunque con poche “distrazioni” intorno,non eccessivamente grande
  • Dare ogni volta materiali diversi, faccio un esempio:se oggi ho dato i sassi,le conchiglie,i barattoli di metallo e le stoffe,magari la prossima settimana posso aggiungere un materiale o variarne uno. Come ho detto in precedenza le varietà di materiali che si possono usare sono davvero molte per cui per favorire creatività e curiosità e opportuno variare la tipologia di materiale.
di Chiara M. Candiani



martedì 4 marzo 2014

Giocare con le routine

Le routine sono i momenti più importanti della giornata al nido, sia perchè scandiscono i tempi della giornata sia perchè assumono un significato psicopedagogico profondo. La cura dell'altro è il fondamento della relazione tra adulto e bambino: io mi prendo in carico il tuo benessere e tu ti fidi di me. 

Non è così scontato che tutto si realizzi in maniera facile e serena poichè la fiducia è un sentimento che deve essere creato sulla base della conoscenza e di un riconoscimento di competenze, che parte innanzitutto dalla famiglia. Il ripetersi di questi momenti rassicura il bambino, il ritualizzarli li rende familiari e il compierli in maniera personalizzata e calibrata sulla situazione fa sì che non diventino meri automatismi, privi di senso.

E' l'inizio dell'anno il periodo più difficile per far sì che bambini e educatori trovino il loro spazio all'interno delle routine. I bimbi si devono abituare a orari e ritmi diversi, a gestire la frustrazione da attesa e a ricevere le cure da un adulto che non è più il proprio babbo o la propria mamma. Gli educatori devono riuscire a organizzare le routine in maniera serena e efficace, valutando le competenze dei bimbi e lasciando spazio alla loro crescente autonomia: devono essere in grado di saper offrire stimoli sempre crescenti, che facciano imparare ai bambini a fare da soli. In questo senso, le routine sono vere e proprie attività.

La caratterizzazione degli angoli è innanzitutto un buon modo per favorire la familiarizzazione delle routine. Riconoscere dove si mangia, dove si dorme è già per il bimbo una buona bussola emotiva. Spesso però capita di lavorare in stanze polifunzionali, quindi...come riuscire a rendere gli angoli riconoscibili? Un buon modo può essere quello della documentazione: cartelloni con fotografie dei bambini che si lavano le mani oppure si tolgono le scarpe prima di dormire, ad esempio, possono essere appesi in posizioni strategiche.

Allo stesso modo, anche gli spazi degli oggetti personali possono essere distinti con foto dei bambini o con il contrassegno. Si può pensare però anche a un progetto di decorazione degli ambienti da realizzare insieme ai bambini e qui... via libera alla vostra fantasia! Si possono realizzare stelline con tempera e zucchero da appendere nella stanza del sonno; bolle di sapone dipinte con spazzolini da denti in bagno oppure piatti di pasta cruda, colorata dai bimbi. Saranno orgogliosi del loro lavoro e ogni giorno lo incontreranno di nuovo nei momenti più importanti della giornata al nido.

Con i bambini più grandi, il gioco di finzione favorirà il "prendersi cura" di bambole: ecco che il bimbo cucina per il Cicciobello, lo imbocca, lo culla, lo mette a dormire. Si potrebbero organizzare attività più strutturate come cambiare il pannolino e lavare i bambolotti, predisponendo lo spazio del bagno con catini, asciugamani, acqua, sapone, spugne e teli impermeabili. Svestire la bambola, immergerla nell'acqua, sfregarla, sciacquarla e asciugarla...proprio come fa la mamma con il proprio figlio! Giocare con la schiuma è poi divertentissimo e di solito non si può fare: potrebbe diventare un'attività autonoma, proprio come i travasi e i giochi con l'acqua, che più si adeguano ai bambini di tutte le età.

Foto di Belzie
Anche lavorare con il cibo è altrettanto trasversale, perchè permette una programmazione di contesti diversi e calibrati sulle varie età e competenze. Di sicuro, sedersi a fare un minestrone, tagliando con coltellini dalla punta arrotondata zucchine, carote, sedani e cipolle, è un momento collettivo di collaborazione, allenamento di prassie fini e sperimentazione sensoriale. Allo stesso modo si possono preparare merende e spuntini, facendo spremere le arance a turno per bere poi tutti insieme una bella spremuta. Con i più grandi, si può anche prevedere un tavolino dove 2 o 3 bambini mangiano in completa autonomia.

Per quanto riguarda la nanna, si potrebbero progettare momenti di rilassamento con teli, luci soffuse e musiche soft per fermare il tempo e abituare il bambino ad andare a dormire. Si potrebbero fare giochi di ombre per far familiarizzare con la semioscurità.

Le musiche sono fondamentali, perchè lavorano su una dimensione affettiva, che favorisce un ricordo più preciso dei vari momenti. Cantare la canzoncina del pranzo o della pipì può essere un modo per facilitare lo svolgersi delle azioni. Si possono anche fare cd con musiche scelte appositamente per le varie routine, ma forse in questo caso, è più facile realizzarlo per il momento del sonno. 

Le ninannanne cantate dall'adulto sono quelle che hanno un significato relazionale più profondo, ma nulla vieta di raccogliere le canzoncine cantate dalla mamma a casa, soprattutto se nel gruppo ci sono tanti bambini provenienti da diverse culture. Questa compilation implica il coinvolgimento dei genitori e rappresenta una continuità nido-casa che faciliterà di sicuro l'addormentamento. 

Si può lavorare inoltre sui rumori quotidiani, ponendo attenzione al suono che produciamo tirando lo sciacquone o sbattendo la forchetta sul piatto. Si possono ascoltare cd a tema e riprodurre poi quello che ascoltiamo tutti i giorni e che diventa la colonna sonora delle nostre routine.

I libri poi ci vengono in aiuto e la letteratura per l'infanzia sulle routine è davvero vasta. I testi della Clavis, che raccontano le avventure di Anna che impara a lavarsi i denti o vuole usare il water, sono semplici e con illustrazioni chiare ed efficaci. Anche gli economicissimi Dami possono essere utili, perchè narrano le giornate di animaletti, come Tommy il cagnolino e Minny il gattino, che non sono poi tanto diverse da quelle dei bambini e i disegni di Tony Wolf sono davvero belli.

Indico alcuni titoli per ogni routine, ma vi assicuro che una libreria ben fornita vi aiuterà a scatenare la
fantasia:

  • Pranzo: Il piccolo bruco maisazio Eric Carle, Mangerei volentieri un bambino ed.Babalibri, La zuppa di sasso ed. Babalibri, Ercolino, un cane nel mio giardino Carlini S.
  • Cura del corpo: Posso guardare nel tuo pannolino?ed. Clavis, Chi me l'ha fatta in testa? W. Holzwarth, Non voglio fare il bagno J.Sykes
  • Sonno: I bambini della nanna L. Panzieri, Fai la nanna cucciolotto C.Freedman, Dormi dormi tartaruga ed.Mangialibri, Tommaso e i cento lupi cattivi NordSud ed