sabato 19 ottobre 2019

Da attività ad esperienze: quando le parole sono importanti

Quando ho iniziato a lavorare nei nidi, nella programmazione era richiesta la descrizione delle attività svolte insieme ai bambini e si cominciava timidamente a parlare di esperienze.

Se si faceva dipingere con materiali naturali, spesso i fogli venivano ritagliati nelle forma dell'ortaggio o frutto utilizzato per colorare. Il tutto veniva appeso per decorare il nido.

Era chiaro che la valenza educativa per un bambino in età di nido si fermava al manipolare e a lasciare una traccia. Forse l'allestimento era fatto per rimandare ai genitori l'idea di bambini operosi, nelle ore passate lontani.

Adesso fortunatamente il passaggio da curare è quello del processo di realizzazione: si creano setting con cura, il bimbo è libero di sperimentare nella dimensione che vuole, la documentazione mira a far comprendere che cosa scopre il bambino. Il prodotto non ha mai avuto una valenza educativa, è solo una testimonianza di quel che è stato fatto... Come una fotografia o un video, che però hanno il pregio di mostrare come il bambino si è approcciato a quello che stava facendo.

Le parole sono importanti: indicano l'intenzionalità educativa. Però, come al solito, non mi sento di condannare vecchi retaggi: l'importante è la sostanza e dunque basta che i bambini facciano esperienza e esplorazione in maniera libera e sicura, divertendosi.

mercoledì 11 settembre 2019

Bambini sicuri: ce ne parla Martino

Ho conosciuto Camillo tramite Facebook. Il nome e la grafica sono accattivanti, ma è soprattutto il suo utilizzo a essere utile per tutta la comunità: permette di creare una rete tra famiglie e nidi affinché nessun bambino sia più dimenticato in macchina.

Ho avuto la fortuna di conoscere, ancora solo virtualmente il suo ideatore, Martino Chiti, istrittutore di soccorso e prevenzione. Ci ha raccontato qualche dettaglio utile sulla sua app e sulla sicurezza dei bambini.

Innanzitutto come è nata l'idea della app... 
Camillo nasce dall’esigenza di prevenire l’abbandono involontario in auto, tragedia che purtroppo ci ha colpito duramente negli ultimi anni. In Toscana è uscita la legge che dal 1 Gennaio obbliga i nidi a contattare i genitori degli assenti ingiustificati, ma risolve il problema accollando alle educatrici, la responsabilità di un bambino che ancora non vede. Sono un Formatore di Primo Pediatrico e organizzando una lezione informativa sulla Prevenzione dell’Abbandono in auto, ho avuto l’idea di automatizzare un sistema per proteggere i bambini senza dare la responsabilità a nessuno e senza creare ulteriore lavoro al personale degli asili.

Come mai hai scelto il nome di Camillo? 
Abbiamo scelto il nome Camillo perché ha una pronuncia “rotonda” e simpatica se detto da un bambino. Molti dei nostri nidi ci salutano la mattina con audio whatsapp “Ciao Camillo!”, è una cosa fantastica. Inoltre Camillo è un nome che rimane praticamente invariato in molti stati al mondo.

Pensi che esistano altre misure preventive per evitare la sindrome? 
Assolutamente si. Ci sono diverse misure preventive e sistemi da usare. Ai genitori abbiamo dato la possibilità di utilizzare Camillino (per info camillino@camillo.online), che è la versione di Camillo senza che l’asilo ne sia dotato. Ci sono altri dispositivi antiabbandono sul mercato e siamo in attesa della legge nazionale, per l’utilizzo obbligatorio per il trasporto di bambini di età inferiore a 4 anni. Inoltre ai genitori consigliamo sempre di mettere borsa, cellulare, chiavi e tutto ciò che serve durante la mattinata, accanto al seggiolino del bambino, non perché questi oggetti non li dimenticheranno, ma perché sarebbero costretti a tornare a prenderli se non li avessero con loro: è quello che viene definito “elemento di rottura”.

Che ruolo hanno nidi e educatrici in questi processi? 
Nidi traggono un beneficio da Camillo che funziona anche da gestionale. Lo abbiamo sviluppato insieme a delle educatrici proprio per rispondere alle esigenze quotidiane del lavoro. Inoltre gli alert di Camillo arrivano ai genitori in modo completamente automatico, senza che l’educatrice faccia nulla: è questa una delle peculiarità più importanti di Camillo. Da non tralasciare anche il fatto che ad ogni asilo/nido che inizia ad utilizzare Camillo noi regaliamo una lezione di Prevenzione e Incidenti Pediatrici e Manovre di Disostruzione, perché ci preoccupiamo della protezione dei bambini a 360°.

Cosa ti aspetti per il futuro? 
La prima cosa che ci aspettiamo è azzerare questo tipo di tragedie. Difficile ma non impossibile e lavoreremo fino a che non avverrà. Ci aspettiamo anche di portare una cultura maggiore di primo soccorso e prevenzione. Lavoro molti difficile anche questo ma non ci tiriamo indietro. Ci sono molte collaborazioni che stanno nascendo con persone o associazioni che riconoscono la bontà di Camillo. Per far si che queste tragedie non succedano più, è fondamentale che ci sia la consapevolezza che possa succedere a tutti e che più persone possibile conoscano questa patologia.

Per ogni informazione aggiuntiva, guatdate:

Nella bambagia non si educa

A quante di voi è successo di vedere un bambino farsi male e pur essendo presenti nella situazione, non riuscire a far niente per impedirlo?
Ecco, sul lavoro mi è capitato e so la procedura da portare avanti, so che son cose inevitabile, so che pedagogicamente se si tolgono tutti i rischi non si educa.
Mi è capitato a casa con Teseo e tutta la teoria è andata a farsi benedire. Sensi di colpa che piovevano a manetta... "Cosa stavi facendo mentre è successo?"... Mi entra dentro, nella carne, perché vorrei evitargli il dolore, lo prenderei io al suo posto... Sono la sua mamma.
Dopo l'ennesimo pianto, mi sono aggrappata all'esperienza al nido. Ho assistito a crisi epilettiche, spasmi emozionali, rotture di ossa con cadute pressoché banali, morsi brutti brutti.
Quando si comunica a un genitore una notizia simile, la cosa più importante è essere sinceri e onesti. In più di un'occasione ero proprio lì, a due passi dal bambino e non ho potuto niente. È successo.
A volte i genitori hanno capito, in poche occasioni si sono arrabbiati, altre volte son stati loro a consolare me. Che cosa non mi ha mai fatto modificare il mio comportamento?
Nel senso... Quel bimbo è caduto in giardino: in giardino non si va più. Tizio morde: teniamolo in braccio il più possibile. Ho sentito spesso fare questi discorsi e sono stata tentata dal farli anche io.
Ma non voglio educare alla paura. Una volta preso atto che l'ambiente in cui siamo è potenzialmente sicuro e che i bisogni dei bimbi vengono ascoltati, cerco di stare tranquilla e di creare un ambiente carico di fiducia.
Nella bambagia non si cresce. Il rischio insegna a trovare una soluzione, offre competenze per affrontare il pericolo vero, ci prepara alla vita.
E non si vive senza soffrire.
Vabbè... Entro nel leopardiano e per quanto non vorrei MAI più vedere Teseo in un letto di ospedale, credo che questa situazione ci abbia fatto crescere tutti e che il suo eterno sorriso sia sempre una salvezza.

mercoledì 3 luglio 2019

Una mamma educatrice

Prima o poi ricomincerò a scrivere, mi dico. Ho tanto da dire: quante scoperte ogni giorno, quante riflessioni da condividere!

Poi le giornate passano e nemmeno me ne accorgo.

Che cosa faccio in queste ore? Niente di che... Quello che facciamo tutte: sistemo un po' la casa, faccio qualche lavatrice, porto fuori il cane, cresco Teseo, che però porto da mia mamma per andare a lavorare.

Ho la fortuna di fare un lavoro che amo. Devo ammettere che rientrare dalla maternità in un posto nuovo mi spaventava, ma ho incontrato colleghe che sono state un toccasana per la mia professionalità, anche in un anno difficile come è stato il nostro.

Il nostro asilo ha dovuto chiudere in seguito ad un incendio e siamo stati itineranti e... Lo saremo il prossimo anno.

Ero in una sezione di piccoli...la stessa fascia di età di Teseo e ogni tanto... Mi sembra di non staccare mai...soprattutto quando lui dorme poco. Avevo sottovalutato la fatica fisica.

Quando ho un pochino di tempo libero, leggo un po', mi faccio una doccia senza fretta o mi godo una chiacchierata con mio marito.

Faccio una vita semplice ma intensa e la sera crollo, prosciugata di energie. E scrivere ne richiede tante. A volte mi demoralizzo perché non riesco a fare tutto quello che vorrei, ma ho scelto tutto e lo rifarei mille volte.

Spero di ricominciare a farlo presto con regolarità.