domenica 10 marzo 2013

Bambini in guerra

Le guerre ci sembrano sempre lontane, ma in realtà attraverso la televisione e il computer immagini di battaglie e devastazioni sono all'ordine del giorno anche per i nostri bambini. I filmati e le foto arrivano da paesi anche a poche ore di aereo da non, non così irraggiungibili come la nostra mente ci vorrebbe far credere.

Jerome e sua moglie Francoise Brauner vissero un periodo, quello dei primi del Novecento, in un'Europa sconquassata dalle guerre. I bambini erano spesso dimenticati, ma il sociologo dell'infanzia e la consorte dedicarono la loro vita a curare i piccoli rifugiati della Guerra di Spagna e i superstiti dalla Notte dei Cristalli e dai campi di concentramento di Buchenwald e Auschwitz. Hanno poi fondato un centro "di trattamenti educativi" per bimbi con handicap e famosi sono i loro scritti sull'autismo, analizzato non solo dal punto di vista scientifico, ma anche da quello storico e socio culturale, altrettanto fondamentale nell'intervento pedagogico con piccoli autistici.


Il loro testo che più mi ha colpito è Ho disegnato la guerra (editore Erickson), dove raccolgono e analizzano le opere d'arte di bambini che hanno dovuto fronteggiare il conflitto bellico, dalla Prima Guerra Mondiale al Desert Storm. Far disegnare i bambini era una sorta di terapia, nella quale i più piccoli raccontavano con i colori che la loro mamma "non c'era più" e la loro casa era stata distrutta. 



"I disegni dei bambini devono servire come arma contro la follia della guerra. Ma non basta guardarli di sfuggita. Visti da vicino, rivelano tutte le sofferenze dell'umanità di ieri, di oggi e di domani". Scrivono i Brauner e leggendo questo libro, osservando i disegni dei bambini, il dolore e la disperazione appaiono tangibili.

Un libro testimonianza, da leggere anche con i bambini più grandi.

Nessun commento:

Posta un commento