martedì 21 maggio 2013

SOS Mamme

Sempre più spesso nei servizi educativi si viene a contatto con mamme stanche, cariche di lavoro e di responsabilità, su cui si riversano aspettative che inevitabilmente provocano l'ansia di "non essere all'altezza". Non essere all'altezza di essere una buona mamma, di gestire bene la casa, di essere una brava moglie, di riuscire a realizzare i propri obiettivi personali e la carriera.

La gioia della maternità è accompagnata da un cambiamento costante di abitudini e certezze, di ribaltamento di ruoli, che spesso porta a vivere realtà difficili da affrontare se non condivise e sostenute con le persone che si amano o, se è necessario, con professionisti.

Chiedere aiuto non è un peccato e ammettere che ogni tanto il pianto del proprio bambino diventa davvero insopportabile è umano: la perfetta sopportazione non esiste o se esiste, è comunque un ribollire silenzioso di emozioni sopite che verranno fuori in maniera diversa.

A volte mi sono imbattuta nel blog M'ammazza di Camila Raznovich, nel quale la doppia mamma confessa i pensieri più nascosti di una mamma moderna: il confronto tra la grande e la piccola, l'uso del ciuccio, l'abuso di grida e brontolate. Mi sono chiesta se questi spazi potessero essere condivisi anche da mamme meno famose che hanno la stessa necessità di buttar fuori le proprie perplessità.

Nei servizi educativi potrebbe essere efficace progettare incontri di semplice scambi di esperienze a tema, magari mediati da un esperto, affinchè l'ansia genitoriale sia riconosciuta come un "disturbo di categoria" ;)

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