giovedì 2 gennaio 2014

La sabbia: giochi al nido

La sabbia è un materiale unico nel suo genere: la sua consistenza e la sua adattibilità la rendono particolarmente adatta per i bambini da 0 a 3 anni. Le possibilità di offrire possibilità di gioco e attività con questo mezzo sono molteplici, ma un occhio di riguardo va sempre tenuto alla sua manutenzione. La sabbia va pulita e disinfettata ogni giorno, soprattutto quando si tratta di sabbiere dove i bambini entreranno interamente, per evitare il contagio da malattie più o meno fastidioso (da impetigine a dermatiti).

Le grandi vasche di sabbia, che troviamo spesso all'interno e in maniera particolare, all'esterno degli asili nido, sono indicate per attività a tutto tondo: i bambini possono immergersi con tutto il corpo oppure utilizzare palette e secchielli per attività di travaso fine. Si possono anche sostituire con grandi catini riempiti e gli oggetti che possono accompagnare i bimbi nei loro giochi possono essere molteplici: cucchiaini, setacci, mulinelli, foglie e rametti... tutto ciò che può stimolare la fantasia insomma!

Nel Nord Europa in quasi tutti i giardini pubblici possiamo trovarci una sabbiera, mentre nel nostro immaginario spesso l'uso della sabbia è legato all'estate, al mare e confinato in una di quelle faticose attività sporchevoli che prevedono una lunga preparazione, un altrettanto lunga sistemazione degli ambiente e un'accurata ripulitura dei bambini. La sabbia è in realtà un materiale, che, come l'acqua, ha poteri straordinari sui bambini: rilassa, stimola la creatività, favorisce sensazioni tattili, la si può manipolare e travasare, ci si possono nascondere mani e piedi che poi riappariranno dopo qualche istante.

Una sabbiera a forma di nave in Austria

La risorsa catartica della sabbia è stata studiata per la prima volta nell'ambito junghiano dalla svizzera Dora Kalff nella metà degli anni Cinquanta. Dopo aver partecipato a una conferenza sulle tecniche di Margaret Lowenfeld sull'uso di sabbia e acqua per realizzare una sorta di gioco mondo di tipo diagnostico, la Kalff inizia ad interessarsi del materiale per approfondire la conoscenza dei disturbi di cui erano affetti i ragazzi di cui si occupava. Ed ecco che viene elaborata la Scatola azzurra, un grande contenitore di legno del colore del cielo nel quale il bambino poteva giocare liberamente con sabbia e altri strumenti naturali, raccontando storie e ricreando situazioni.

Essendo una sorta di sabbiera concentrata, la tecnica è stata spesso riportata all'asilo nido, tralasciando il suo valore proiettivo e psicologico. Può essere un buon compromesso di sporchevolezza e dimenticandoci delle regole su dimensioni e oggetti da utilizzarvi dettate dalla Kalff, può esere ben calibrata su ogni gruppo sezione. La scatola azzurra dovrebbe essere abbastanza grande se si vogliono realizzare attività di gruppo (3-4 bambini) ed ovviamente più piccola, se invece si predilige un'azione individuale. All'interno la sabbia potrebbe essere sostituita dalla terra oppure si può introdurre un po'd'acqua per aumentare la plasticità. Si possono fornire solo materiali naturali (sassi, rametti, cortecce, conchiglie) oppure offrire pupazzetti, animali, casine e macchine per ricreare veri e propri scenari urbani. Si possono dare dei temi legati a racconti. Insomma... le opzioni sono davvero tante!

La scatola azzurra è comunque uno strumento didattico che permette di lavorare, oltre che sulla manipolazione, anche sul potenziamento dell'attenzione, sulla fantasia e sulle capacità linguistiche dei bambi, che riporteranno a parole quello che rappresenteranno. Inoltre può semplicemente essere un'occasione di divertimento con un materiale di gioco assolutamente unico nel suo genere.


Breve sitografia sull'argomento:
L'analisi con il gioco della sabbia, libro sul lavoro di Dora Kalff
La scatola azzurra, articolo di Paola Tonelli su Bambini

Nessun commento:

Posta un commento