Paolo Sarti è un pediatra molto
amato a Firenze e allo stesso tempo molto temuto per i suoi metodi spicci. Se
leggete i suoi libri, sarà lui stesso a confessarlo. Il figlio perfetto, Facciamola finita, Neonati maleducati:già i
titoli sono di per sé forti ed emblematici. Alterna consigli pratici (sull’uso
dei body, ad esempio) a riflessioni sulle dinamiche relazionali fino ad
elargire consigli scientifico professionali, come in Crescere è un’arte dove spiega il percorso di sviluppo dei bambini.
E’molto stimato dagli educatori,
perché molto attento alla situazione reale delle famiglie italiane e i suoi
consigli non sono ricette preconfezionate, ma mirano a far pensare le mamme e i
babbi a trovare la soluzione più giusta per la loro famiglia. Secondo lui
viviamo nella società del Life is now¸dove
si pensa solo al presente e si vuole tutto e subito. Ogni cosa è immediata e
non si pensa al domani, in questo modo le responsabilità vengono delegate e
abbandonate. Questo atteggiamento è molto rischioso perché non si pensa alle
conseguenze che ci torneranno indietro domani.
Lo stesso facciamo con i nostri
bambini tutte le volte che diciamo “E’ancora piccolo, poverino!”. E’in quel
“poverino” che si fonda un atteggiamento bambinocentrico mistificato e
deleterio per l’intera famiglia. I genitori hanno il dovere di mettere dei
paletti, dei limiti, entro i quali il bambino possa camminare da solo per la
sua strada, aggrappandosi quando ha bisogno: se non trova quei paletti, rimane
in balia di se stesso. Crescere significa avviare all’autonomia e dunque
riuscire a sopportare le frustrazioni che il bambino dovrà affrontare, perché
quello che oggi fa soffrire, domani diventerà un insegnamento. Trovate quelle
poche regole che fanno per voi e fatele rispettare.
E se il bambino piange e si
sgomenta? Secondo il pediatra, se il bambino è molto piccolo, è fondamentale il
contatto fisico, l’accoglienza del disagio, l’abbraccio; quando il bimbo è un
po’più grande, è giusto lasciarlo piangere qualche minuto, ribadire la propria
posizione e poi fare altro. L’adulto è in grado di capire che nel capriccio
risiede un investimento emotivo eccessivo: se un bambino si indispettisce su
come vestirsi la mattina o su cosa mangiare a colazione, è solo perché vuole
rimandare l’uscita da casa e passare più tempo con i propri cari. Sta
all’adulto riuscire a gestire la situazione, magari non mettendolo di fronte a
una scelta (“Cosa ti vuoi mettere oggi?”?) e trovando un rito che lo aiuti a trovare
un tempo tutto suo con la mamma o il papà (una canzoncina, una storia…).
Sarti ha
fatto l’esempio delle Nutelle della vita. Ecco, tutti sappiamo che la Nutella
fa male: come fare ad evitare che il nostro bambino la mangi? La prima
tentazione sarebbe di eliminare la Nutella da casa nostra, ma il bambino la
troverà a casa della nonna, dell’amico, alla festa di compleanno. Il genitore
equilibrato fa assaggiare un cucchiaino di Nutella e poi la mette via,
nonostante le proteste del bambino: in questo modo gli insegna come ci si
comporterà in futuro. Sarti allarga il discorso appunto e il barattolo di
Nutella diventa portatore di quelle cose brutte della vita da cui si vorrebbero
allontanare i nostri figli: se non parleremo mai di sesso, quando sarà
adolescente non saprà come gestirlo; se non accenderemo mai la televisione, gli
precluderemo di vedere delle cose che non avrà mai possibilità di vedere; se
non gli insegneremo come gestire la rabbia, tirerà fuori atteggiamenti
aggressivi. Un pensiero che guarda al domani, per crescere adulti equilibrati,
pensanti e forti.
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