lunedì 6 ottobre 2014

Esami di coscienza: il pit stop delle educatrici

Care colleghe,

vi è mai capitato di essere un po'in crisi riguardo al vostro modo di lavorare, riguardo alla nostra professione, riguardo al confronto con le colleghe? Penso che almeno una rimessa in discussione per carriera sia necessaria, non per cambiare le cose, ma per comprendere altri punti di vista.

A volte infatti accadono fatti che non hanno direttamente a che fare con il vostro operato, ma che magari vi coinvolgono indirettamente. Vi sentite attaccate e non sapete bene come difendervi: gestire le relazioni con gli altri non è poi così facile e non esiste una modalità di comportamento adeguata a tutte le situazione.

Le difficoltà che dobbiamo affrontare sono tante e se ci pensate, non sono mai rivolte ai bambini: è con loro che si riescono a intessere rapporti positivi. I problemi si creano con gli adulti.

Pensate a come vengono presentati oggi gli asili nido in Italia: escono quasi tutti i giorni notizie terrorizzanti, in cui vengono descritti maltrattamenti e perfidie consumate contro bimbi. Queste persone (non chiamiamole educatrici, per favore) esisteranno di sicuro, ma non sono la regola.

Ho lavorato in tanti nidi e ho incontrato anche colleghe con metodi educativi che non potevo proprio appoggiare: l'ho detto, l'ho fatto presente alle colleghe, abbiamo cercato di superare con il lavoro di gruppo. E' l'équipe che dovrebbe garantire un servizio di qualità al nido.

Ma essere tutte sulla stessa lunghezza non è immediato e non è nemmeno scontato. Si scontrano formazioni ed esperienze diverse, temperamenti, che in realtà sono il valore aggiunto di un gruppo multidisciplinare e multidimensionale. Fortunatamente adesso lavoro con colleghe che mi arricchiscono (e spero di fare altrettanto)!

Il team è anche il portatore del progetto educativo, il manifesto di un modo di vedere l'infanzia che deve essere trasmesso alle famiglie e al territorio, che del nido leggono quelle brutte storie di cronaca e in alcune città non sono così sensibilizzati sul funzionamento degli asili d'infanzia.

Creare rapporti di fiducia diventa difficile in certe situazioni, ma ancora una volta è la professionalità che ci salva. A volte pecchiamo di essere onnipotenti, un po'come succede ai dottori. Io posso aiutare quella famiglia in difficoltà, io posso riuscire a far breccia nel cuore di quella mamma tanto chiusa, io posso...


A volte non si può e non perchè si è svolto male il nostro lavoro, a volte non si può perchè le relazione si creano in due e non dipendono solo da noi. Per quanto impegno e per quanta disponibilità ci possiamo mettere a volte rimangono dei rapporti sospesi.


Ecco la mia debolezza: un po'mi tormento e ci rimango male. Faccio un esame di coscienza. Mi dico che avrei potuto essere più sorridente, mi dico che probabilmente ho usato mezzi comunicativi superficiali, mi dico che avrei potuto...

Alla fine mi accorgo che l'avrei potuto arricchisce la mia professionalità di in un futuro farò. Anche le educatrici possono fare errori, come ogni altro lavoratore, come ogni altro essere umano. Ho generalizzato per sentirmi meno sola, in questo delirio causato dalla mia mania di perfezionismo. Magari mi sbaglio...ma intanto scrivendo le mie debolezze, mi sento già meglio! :)

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