venerdì 14 dicembre 2018

Cronache di un babbo in via di educazione: la triste consapevolezza

Nel  esatto in cui ho realizzato di diventare papà ho iniziato a stilare una lista mentale delle cose che avevo da fare.
Mi arrivavano in mente tipo titolo di coda, la fine di un film con tanto personale che ci lavora. Ma tanto. Una lista infinita. Dal ridipingere la camerina ad ultimare tutti i lavori di categoria “lo faccio dopo”.

In un attimo ho visto la casa con gli occhi di un genitore apprensivo. Ogni angolo celava pericoli ed imprevisti. Spigoli assassini, prese mortali e sporgenze mutilanti.
Ma soprattutto, è uno dei pochi modi che ha un babbo per sentirsi utile nei primi mesi di gravidanza. Perché dopo pochi giorni dal test, la mamma arriva a casa con un pacco di analisi da fare, integratori da prendere, diete da rispettare e comportamenti da evitare.

A te nemmeno un bischero che chieda come stai. Qualche timido “congratulazioni”, sussurrato, prima di rivolgere le attenzioni alla mamma.

Per carità, va benissimo così. Solo che, mentre la mamma sa cosa fare in ogni momento della giornata, tu invece devi improvvisare. La fortuna che ha un babbo è che immediatamente non sei più al centro dell’attenzione. Hai 9 mesi di tempo per capire che è arrivato qualcuno che ti ruberà tutte le coccole e le attenzioni. Ma hai tempo per abituarti. 

Pensa alle mamme, poverette, che fino al giorno prima si beccano coccole e vizi e dopo magari un parto faticoso si vedono rubare la scena da un coso brutto e piccino!

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