Quando ho iniziato a lavorare nei nidi, nella programmazione era richiesta la descrizione delle attività svolte insieme ai bambini e si cominciava timidamente a parlare di esperienze.
Se si faceva dipingere con materiali naturali, spesso i fogli venivano ritagliati nelle forma dell'ortaggio o frutto utilizzato per colorare. Il tutto veniva appeso per decorare il nido.
Era chiaro che la valenza educativa per un bambino in età di nido si fermava al manipolare e a lasciare una traccia. Forse l'allestimento era fatto per rimandare ai genitori l'idea di bambini operosi, nelle ore passate lontani.
Adesso fortunatamente il passaggio da curare è quello del processo di realizzazione: si creano setting con cura, il bimbo è libero di sperimentare nella dimensione che vuole, la documentazione mira a far comprendere che cosa scopre il bambino. Il prodotto non ha mai avuto una valenza educativa, è solo una testimonianza di quel che è stato fatto... Come una fotografia o un video, che però hanno il pregio di mostrare come il bambino si è approcciato a quello che stava facendo.
Le parole sono importanti: indicano l'intenzionalità educativa. Però, come al solito, non mi sento di condannare vecchi retaggi: l'importante è la sostanza e dunque basta che i bambini facciano esperienza e esplorazione in maniera libera e sicura, divertendosi.
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