lunedì 26 novembre 2012

Educhiamo al genere

Ieri la Giornata contro la violenza sulle donne ha dato modo di riflettere su come riuscire a prevenire tali crimini: certo leggi più punitive diventerebbero un bel deterrente, ma siamo sicuri che possano bastare?

Rispondendo al questionario inviatomi da una laureanda tramite un gruppo di Facebook, ho pensato alle mie pratiche quotidiane al nido: che peso ha il maschile e il femminile in questa fascia d'età?

A mio parere, in questa fase non si dà molto spazio all'educazione di genere, perchè ancora sembra non essercene bisogno: i bambini sono liberi dagli stereotipi sociali, ma ben  presto si accorgeranno delle differenze che contraddistinguono maschi da femmine.

"Perchè le bambine fanno la pipì sedute?" mi chiedeva un bambino di 3 anni.
"Perchè i maschi si vestono tutti di blu?" mi chiedeva una bimba della stessa età.

Quando iniziano a disegnare con maggiore competenza, ci si accorge che la caratterizzazione dei personaggi nei ritratti infantili subisce l'influenza culturale in maniera inesorabile: donne con le gonne e i capelli lunghi, maschi grandi e grossi.

Varrebbe la pena progettare attività e interventi volti a favorire la valorizzazione e l'integrazione delle diversità di genere sin dall'asilo nido. Parlarne in gruppo potrebbe portare a nuove idee... Voi che ne pensate?

La violenza è causata dall'ignoranza. Parlare di stereotipi, differenze di genere, emozioni non è tempo sprecato, è tempo di conoscenza.

4 commenti:

  1. Brava Vale....i bambini non nascono stereotipati, non vedono le differenze come un confine ma l'impronta culturale si acquisisce in famiglia a scuola, al supermercato e tanto tanto anche dalle bombardanti pubblicità dei media che vogliano a tutti i costi entrare nella testa dei bambini e far desiderare a loro ciò che "va di moda". Io sto lavorando veramente tanto con katia per farle capire che le barbie non sono belle, che le bratz (non so neanche come si scrivono:)) non sono delle bambine, che il blu non è solo per i maschi e che tutti i colori sono per tutti....che la scoppa e il cencio non sono solo per le donne e che il grembiule va bene anche per i maschi...che una donna senza trucco è ancora più bella e che le differenze fanno parte di una grande varietà del mondo.Essere diversi è bello e ci arricchisce tantissimo e che il "normale" non esiste. Bisogna lavorare tanto sul educazione di genere e cercare in tutti i modi di crescere il senso della parità...basta trattare il famoso "lavoro di cura che è conosciuto come collaboratrice domestica": sono sempre donne (o quasi) a fare questo tipo di lavoro che poi non viene mai riconosciuto per la il suo essere "tuttofare" (una donna che fa l'infermiera, la psicologa, l'educatrice, la sarta, lavanderia, cuoca, pulisce, accompagna) e alla fine è sempre vista come donna delle pulizie: e ancora di più...sono sempre DONNE (CHE SI CREDONO EMANCIPATE) e delegano il "loro" lavoro ad altre donne. Come mai è sempre la donna che deve trovare tempo per prendere i figli a scuola, per trovare la donna delle pulizie perchè lei da sola non ha tempo e che deve curare le facende della famiglia??? Come mai deve essere sempre l'uomo ad avere il lavoro a tempo pieno e fare anche gli straordinari??? Come mai è la forza fisica che da più all'occhio e non quella che le donne hanno dentro a far entrare in 24 ore 1000 compiti??? Ci sono mille "come mai" e con i bambini gli dobbiamo chiarire...la donna occidentale non è cosi "indipendente ed emancipata" come a volte pensiamo...non fa altro che delegare i suoi compiti ad altre donne che si trovano nelle condizioni della miseria e costrette a lasciare figli e famiglia per farsi carico dei lavori più pesanti anche psicologicamente parlando.Lasciamo stare poi come il corpo delle donne viene visto e viene presentato. Perche il truccarsi e mettersi vestiti sexy voglia dire "mantenersi"..."quella si mantiene tanto" sembra che le donne non hanno una base di sostegno e per valorizzarsi si debbano truccare ed essere alla moda...perfette alla vista degli uomini.....ma stiamo scherzando?? E delle mutilazioni genitali cosa diciamo???? Ti ricorderai senz'altro il libro per l'esame di antropologia culturale "il corpo dei simboli"...quello parla da se come sono gli uomini a prendere decisioni per le donne....ci sa talmente tanto da lavorare.....che bisogna iniziare ad educare i bambini sopratutto con i fatti e con il nostro modo di fare....e comunque non basterà....mi da un piacere enorme che una bella e brava educatrice come te si mette cosi tanto in discussione:)))....sono certa che i tuoi bimbi sono fortunati:). Un abbraccione forte e scusa il lunghissimo pensiero....Deni!!!

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  2. Grazie mille Deni per il tuo contributo e le fortissime parole. Concordo con te su tutto ed è bello che una mamma cresca sua figlia senza darle standard di "normalità". Il libro che hai citato, Il corpo dei simboli, penso sia rimasto dentro a chiunque l'abbia letto e l'Africa non è poi così lontana... certo la mutilazione genitale è una tortura, ma in paesi che si credono più emancipati vengono annichilite donne con altrettanto pesanti umiliazioni. Un caro saluto a te e a Katia e ancora grazie per aver detto la tua!

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  3. salve sono Marianna un'educatrice disoccupata anche io concordo con voi sull'educazione al genere, io penso che la nostra categoria è molto importante per questa generazione e quella futura, siamo il sale dell'educazione. mi complimenti con tutti coloro che mettono in pratica questi credenze.

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    1. Ciao Marianna! Grazie per il tuo riscontro positivo. E'un argomento delicato, ma nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa. in bocca al lupo per il lavoro! ;)

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