Negli ultimi anni ho notato sempre più bambini che mostrano disturbi del linguaggio già nella sezione Grandi del nido, non correlati a altre patologie evolutive o a carenze biologiche. Lungi da me diagnosticare patologie specifiche, ma quando un bambino dimostra evidenti ritardi, balbuzie ripetute o impossibilità di articolare correttamente, non si può fare a meno di osservarlo.
Di frequente sono proprio i genitori che si rivolgono alle educatrici del nido, parlando delle problematiche riscontrate nel figlio. Personalmente non tendo a una minimizzazione del disagio, spesso molto sentito anche dai padri e dalle madri stessi, preoccupati per il futuro inserimento alla scuola dell'infanzia. Cerco però di spiegare che lo sviluppo non è lineare ed è possibile che un bimbo sviluppi capacità in maniera discontinua o con ritardo, senza che però questo divenga un vero e proprio problema. In molti casi accade proprio che un evento destabilizzante, come la nascita di un fratellino o un trasferimento, "blocchino" le conquiste cognitive dei più piccoli.
Patologizzare a prescindere etichetta già dalla più tenera età il bambino, ma talvolta ricorrere a un medico specialista è essenziale. In questo caso, si viene facilitati se si crea un'alleanza casa-nido-neuropsichiatra-logopedista, che riuscirà a consigliare giochi o esercizi per potenziare lo sviluppo del linguaggio. La diagnosi precoce è il primo passo per una risoluzione efficace, anche perchè i disturbi del linguaggio possono causare alterazione delle abilità di lettura e scrittura.
Vi è capitato di progettare interventi specifici per bambini che dimostravano ritardi o anomalie nel linguaggio? Come vi siete comportati?
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