E’ormai da anni che il dibattito
sull’importanza delle vaccinazioni imperversa in Italia. Da una parte, coloro
che riconoscono la necessità di proteggere i bambini da patologie, che sembrano
essere quasi sparite nel nostro paese, ma che nell’ultimo periodo riappaiono in
maniera massiva e violenta. Dall’altra, coloro che si sottraggono
all’obbligatorietà di alcuni vaccini: ne temono la pericolosità per l’organismo, sostenuti da ricerche che studiano l'incidenza e la frequenza di sintomi patologici nei bimbi vaccinati.
E’proprio degli ultimi giorni la
notizia, secondo cui è passata al Consiglio dei Ministri l’obbligatorietà dei
vaccini per l’iscrizione a asili nido e scuole materne. Il Ministro della
Salute Lorenzin aveva proposto di estendere il dovere ad ogni ordine e grado
scolastico, ma il Governo ha bocciato questa linea perentoria.
Cosa succederà quindi? I bambini
dovranno essere vaccinati a 12 patologie e non più a 4, come fino ad oggi. Chi
si esonera dal dovere non potrà frequentare la comunità scolastica: in questo
modo si ridurrà la cosiddetta “popolazione non protetta”, anche grazie alla
minaccia di sanzioni salatissime.
Si sono formati comitati
antivaccinisti che nei prossimi mesi, protesteranno contro il decreto nelle
maggiori piazze italiane. Nel frattempo, sulle maggiori testate giornalistiche,
si leggono opinioni di medici, psicologi, esperti di medicine alternative o
semplicemente, personaggi famosi.
In questa logica manichea, che
oscilla tra giusto e sbagliato, vero e falso, buono e cattivo, scienza e
stregoneria, ci dimentichiamo che l’essere umano è dotato di buon senso e
libero arbitrio. Per questo, a me risulta inutile una misura così drastica, se poi
le norme igienico sanitarie dei servizi educativi sono decise da Comuni con
politiche assai diversificate: che senso ha vaccinare se poi a scuola possono essere
ammessi senza certificazioni precise bambini con congiuntiviti, pediculosi e
malattie infettive.
Spiegare l’importanza della
prevenzione e del trattamento delle patologie infettive, tipiche del periodo
dell’infanzia, sarebbe una misura che renderebbe più consapevoli i genitori
dell’importanza di determinate vaccinazioni. Impegnarsi a far sì che vengano
rispettate le normative riguardanti i genitori lavoratori di minori di 6 anni,
sarebbe un ‘opera onerosa, ma ne guadagneremmo in qualità della vita.
I vaccini sono diventati una
questione di impellente risoluzione, ma lo è ancor di più il futuro
dell’Italia: i nostri bambini.
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