mercoledì 14 maggio 2014

Educare è per tutta la vita: Dewey e il bambino attivo

"Forse il maggiore degli errori pedagogici è il credere che un individuo impari soltanto quel dato particolare che studia in quel momento. L'apprendimento collaterale, la formazione di attitudini durature o di ripulsioni, può essere e spesso è molto più importante. Codeste attitudini sono difatti quel che conta veramente nel futuro. L'attitudine che più importa sia acquisita è il desiderio di apprendere. Se l'impulso in questa direzione viene indebolito anziché rafforzato, ci troviamo di fronte ad un fatto molto più grave che a un semplice difetto di preparazione ... Che beneficio c'è ad accumulare... notizie di geografia e di storia, ad apprendere a leggere ed a scrivere, se con questo l'individuo perde il desiderio di applicare ciò che ha appreso e, soprattutto, se ha perduto la capacità di estrarre il significato delle esperienze future in cui via, via si imbatterà? … Il solo possibile adattamento che possiamo dare al fanciullo nelle condizioni esistenti è quello che deriva dal porlo in possesso completo di tutte le sue facoltà. Con l'avvento della democrazia e delle moderne condizioni industriali è impossibile predire con precisione come sarà la civiltà di qui a vent'anni. È perciò impossibile preparare il fanciullo ad un ordine preciso di condizioni. Prepararlo alla vita futura significa dargli la padronanza di se stesso ..." J. Dewey 
La pedagogia di John Dewey (1859-1952) ha alla base l'idea di un bambino attivo, capace, scopritore del mondo. L'educazione dunque viene considerata in senso più ampio di quello strettamente scolastico, poichè essendo soggetto in azione, il bimbo impara fin da quando nasce, acquisendo abitudini, cultura, conoscenze anche da ciò che lo circonda.

Un concetto di educazione sociale che allarga gli orizzonti dell'istruzione formale, che deve permettere la socializzazione, deve essere condivisa e partecipata. Una comunità democratica, quindi, che permette di costruire un futuro cittadino, un uomo politico, impegnato e interessato alle sorti del luogo in cui vive.

E'il primo che pone l'attenzione sul life long learning, l'educazione lungo il corso di tutta la vita. La scuola raggiunge il suo scopo quando insegna ad imparare, poichè nessuno termina mai di acquisire nuove abilità.

E'suo anche il concetto del learning by doing, imparare facendo, che distrugge la didattica classica, secondo la quale il professore trasmette nozioni ai suoi alunni, che adottano un atteggiamento passivo e non riflettente.

Idee di grande attualità, sempre discusse e ancora oggi al centro del dibattito sull'educazione mondiale. Se non si scommette davvero sul cosiddetto LLL non riusciremo a coprire i reali bisogni di formazione della popolazione di oggi e del futuro.

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